Concludiamo il nostro percorso di alcuni articoli che parlavano di concetti legati al concetto di Dio, che parlavano di Dio indirettamente. Abbiamo parlato del concetto di Vita eterna, di Verità assoluta e di Sommo Bene, oggi parleremo delle prove dell’esistenza di Dio e cercherò di spiegare quella che è la mia prova preferita dell’esistenza di Dio. Innanzitutto specifichiamo questo: quando le grandi religioni monoteiste, l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islam, parlano di Dio, non si riferiscono a un Signore con la barba che cammina da qualche parte nel cielo tipo Simpson. Secondo il monoteismo Dio è puro spirito, e non ha un corpo materiale; Dio ha creato tutto ciò che esiste, il tempo, lo spazio e la materia, e non può essere fatto di tempo, spazio e materia. È un essere spirituale presente in tutto l’universo. San Paolo negli Atti degli Apostoli dice che “in lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At 17,28). Dio è l’essere spirituale che dà origine a tutto ciò che esiste e che è presente ovunque nell’universo.
Fatta questa premessa vediamo alcuni argomenti famosi che vengono utilizzati come prove dell’esistenza di Dio. L’argomento cosmologico ci dice che poiché sappiamo scientificamente che l’universo ha avuto origine, ogni cosa che ha un inizio deve avere una causa. Dio sarebbe la causa superiore che ha dato il via all’universo. Un altro argomento interessante è quello della fine regolazione dell’universo, cioè che il nostro universo sembrerebbe essere finemente regolato. Ci sono, infatti, almeno 18 costanti della fisica che sono finemente regolate per permettere la vita nell’universo, se anche una sola di queste costanti fosse diversa di un centesimo la vita nell’universo non sarebbe possibile. Com’è possibile che tra tutte le possibili combinazioni caotiche proprio questa sia accaduta in cui è emersa la vita cosciente?
Il mio argomento preferito però è un altro. Secondo me la scienza non può dimostrare l’esistenza di Dio, perché la scienza studia l’universo come se fosse una sorta di grande computer, fatto di 0 e di 1, e lo studia dal suo interno. Se io studio il computer dal suo interno, non posso dedurre e dimostrare che il computer abbia avuto un autore esterno. Se io rimango all’interno dei meccanismi del computer, posso dire come funzionano, come si relazionano tra loro, ma non posso dimostrare che la macchina ha avuto un autore esterno. Nemmeno se l’autore arrivasse a premere dei tasti sulla tastiera o facesse succedere qualcosa che va oltre i meccanismi interni, come potrebbero essere dei miracoli operati da Dio nel mondo fisico, io potrei sempre dire che è qualcosa che ancora non sono riuscito a capire del computer, che non l’ho ancora spiegato. La scienza spiega i meccanismi interni della macchina, ma esiste un piano ulteriore? Esiste una verità che va oltre al puro meccanismo materiale nell’universo? Secondo me sì. Ci sono molte verità che la scienza non può dimostrare e che sono una parte importante della nostra vita. Le verità logiche o matematiche, che sono presupposte dalla scienza, non possono essere dimostrate, il senso del bello, il giusto e lo sbagliato: su un piano strettamente scientifico ad esempio uno scienziato della NASA non fa niente di diverso da uno scienziato nazista che fa esperimenti sui prigionieri, perché la scienza descrive la realtà ma non ci dice cosa è bene o male fare. Arriviamo quindi alla prova dell’esistenza di Dio. Cercando la verità sull’universo lo guardiamo per così dire dall’esterno e vediamo tutte le cose come oggetti, ma c’è una sola cosa che noi possiamo guardare dall’interno, cioè noi stessi. Quando noi guardiamo all’essere umano, a noi stessi, possiamo guardarci dall’interno, come soggetti. Quando guardiamo in noi stessi noi non vediamo solo un oggetto da fuori ma possiamo aprire la busta e vedere all’interno se c’è un messaggio. E quando andiamo ad aprire la nostra busta noi ci troviamo davanti a una persona che cerca queste tre cose: la Vita eterna, la Verità assoluta e il Bene. L’essere umano è fatto in modo da cercare una vita che non finisce, una verità trascendente valida per tutti sul cosmo e un bene, un amore, che sia lo scopo della sua vita. Anche se non vogliamo, alla fine le cerchiamo. Tutta l’umanità della storia e tutte le religioni tendono a cercare la vita che non finisce, la verità sul cosmo e il bene verso cui orientarsi.
Il famoso filosofo Ludwig Feuerbach ha sostenuto che l’essere umano ha un io talmente grande che ha bisogno di proiettare un’immagine di Dio fuori di sé. Questo argomento è un po’ il contrario di quello di Feuerbach: perché l’essere umano dovrebbe aver bisogno di cercare queste cose se poi queste cose non esistono? Perché l’universo avrebbe dovuto produrre una creatura cosciente, fatta per cercare la vita eterna, la verità e l’amore assoluti se poi queste cose non esistono nella realtà? Non sarebbe una beffa?
Feuerbach ci dice che l’uomo è fatto in modo tale da aver bisogno di proiettare fuori di sé la figura di Dio, ma perché l’uomo dovrebbe essere fatto così se poi Dio non esiste? Non ha più senso pensare che invece queste siano esattamente le tracce del fatto che è Dio che ci ha creati?
Quando cerchiamo la verità sull’universo c’è una sola busta che possiamo aprire e guardare da dentro, la nostra, e quando la andiamo ad aprire troviamo che siamo fatti per cercare vita, verità e amore assoluti. Perché dunque queste cose non dovrebbero esistere? Per noi Cristiani Dio è l’Unità armonica tra la Vita eterna che dà origine ad ogni altra, la Verità assoluta e il Sommo Bene, teologicamente rappresentati nella Trinità dal Padre la Vita, dal Figlio Verità e dallo Spirito Santo il Bene.
Così avere fede non significa solo credere che esista un ente che si chiama Dio. Significa credere nel messaggio che trovo nella mia busta, anche davanti alle difficoltà della vita, credo che ci sia un significato, perciò mi gioco la vita sul fatto che ci sia del buono in questo mondo e che valga la pena combattere per questo.
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Francesco Perboni