Oggi ragazzi parliamo di vita eterna. La vita nell’aldilà. Cosa ci sarà dopo la morte?
Tutti si fanno questa domanda e nella storia dell’umanità le religioni hanno cercato di dare la loro risposta.
Per comodità possiamo raggruppare queste risposte in tre grandi categorie di risposte: il nulla, la reincarnazione e la vita eterna.
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Il nulla: dopo questa vita il nostro corpo si disgrega e la nostra coscienza sparisce insieme al nostro cervello. Questa posizione è tipicamente adottata dal materialismo, secondo cui non esiste nient’altro oltre alla materia. Secondo il materialismo non c’è un’anima o un mondo spirituale, quindi quando il nostro corpo smette di funzionare anche la nostra coscienza e il nostro io smetterebbero di funzionare, spariremmo nel nulla. A chi pensa che ci sia il nulla dopo la morte, io faccio questa domanda: non toglie senso alla vita? Per cosa viviamo, per cosa amiamo e combattiamo se alla fine tutto è destinato a sparire nel nulla? A volte faccio questo esempio: è come guardarsi una serie tv per intero, appassionandosi alle storie dei personaggi e immedesimandosi, per poi arrivare all’ultimo episodio e scoprire che era tutto un sogno. Tutto sparisce nel nulla e ti viene subito la domanda: “che senso ha avuto tutto quello che ho visto fino a adesso?”. Di solito vengono date due risposte a questo problema. La prima è che si vive per lasciare un segno in coloro che vengono dopo. Secondo questa idea la vita avrebbe senso anche se sparisci nel nulla perché vivendo bene lasceresti comunque un segno positivo su coloro che ti stanno intorno. Il problema è che anche loro sono destinati a sparire nel nulla, e con loro tutti i segni lasciati prima o poi spariscono come delle tracce sul bagnasciuga lavate via dalle onde del mare. Tutto svanisce inevitabilmente nel nulla quindi che senso ha vivere?
L’altra risposta è che così ci si può godere meglio il momento presente. Come disse il filosofo Epicuro non ci dobbiamo preoccupare della morte perché quando c’è la morte non ci siamo noi, quindi non ne facciamo esperienza, e non pensandoci posso godermi appieno il momento presente. Se invece sto a pensare al domani, al paradiso, non apprezzerei a dovere la vita di adesso. Secondo me, però, questo aspetto del problema somiglia un po’ alla differenza che c’è tra il sabato sera e la domenica sera. Il sabato sera io sono felice perché so che domani mi potrò riposare, mentre la domenica sera non riesco ad essere felice perché il giorno dopo devo andare a lavoro o a scuola. Se io so che mi attende qualcosa di brutto come faccio a godermi davvero il momento presente? Se invece penso che verrà qualcosa di ancora più bello potrò vivere il momento presente ancora più felicemente.
- La reincarnazione: questi problemi che abbiamo visto riguardo al nulla si ripresentano anche nella dottrina della reincarnazione sotto forma di un oblio della memoria. Spesso vediamo la reincarnazione come qualcosa di allettante, perché ci sembra una seconda possibilità una nuova vita dove poter fare nuove esperienze e ricominciare da capo come in un videogioco. Secondo la teoria della reincarnazione la mia identità, la mia anima, dovrebbe ricominciare in una nuova vita dimenticando di avere vissuto quella precedente e dunque dimenticando tutte le esperienze, il proprio nome, gli affetti più cari. Tutto quello che si costruirebbe in vita a livello relazionale ed esperienziale andrebbe perduto nell’oblio della memoria, facendoci avvicinare molto al nulla di cui prima abbiamo parlato: se non ricordo più niente della mia vita, la mia vita di fatto è sparita nel nulla. Mia moglie, i miei figli, i miei familiari, i miei amici tutti questi legami sparirebbero nel nulla. Quando amiamo autenticamente invece, dentro quell’amore è contenuta una promessa di un per sempre. Se è vera la reincarnazione il per sempre non c’è perché ogni volta mi scordo tutti coloro che ho amato, facendo sparire i rapporti, le esperienze e ciò che ha costruito la mia identità nel nulla.
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La resurrezione: sulla resurrezione voglio condividere tre pensieri.
Il primo riguarda il giudizio di Dio che viene spesso inteso come completamente passivo, come se Dio stesse con un taccuino in mano a giudicare e a dare il voto sulla nostra vita e dicesse tu di qua e tu di là. Ma c’è un altro elemento attivo, per cui in realtà siamo noi a decidere come sarà la nostra eternità. Dio vuole che nessuno si perda, siamo noi stessi che facciamo una scelta definitiva tra il bene e il male cristallizzando la nostra eternità. È molto simile a quell’immagine che usavano gli egizi della bilancia dove da una parte stava il nostro cuore e dall’altra una piuma del dio Toth che era il dio della verità. Qual è la verità del nostro cuore? Amiamo Dio, la vita, noi stessi, gli altri? Oppure odiamo Dio, la vita, noi stessi e gli altri? Se odieremo per sempre avremo costruito dentro di noi il nostro inferno, se ameremo per sempre sarà il paradiso.
Il secondo pensiero riguarda il fatto che a volte il paradiso ci spaventa. Da ragazzino mi portavo dentro questa domanda: che cosa farò per tutta l’eternità in paradiso? Mi annoierò per tutto quel tempo? La risposta va in un’altra direzione perché nel paradiso non c’è il tempo. Come possiamo immaginare una vita senza il tempo? In questa vita già facciamo esperienza del fatto che abbiamo un tempo interiore, una percezione del tempo che è molto diversa rispetto al tempo cronologico che possiamo misurare con l’orologio. Se mi annoio o sto male il tempo sembra prolungarsi e non passare mai, se invece sono felice, mi diverto o sono entusiasta sperimento che il tempo vola e lunghe ore mi sembrano passare in pochi minuti. In certi momenti di vita molto intensi addirittura sembra che il tempo sia sospeso, si fermi. Ecco il paradiso sarà la vita stessa senza il tempo, una gioia intensa senza pericolo di annoiarsi.
Il terzo punto è che il paradiso è un luogo concreto, noi cristiani lo crediamo per il fatto che Gesù non è risorto solo come anima ma con tutto il suo corpo, glorioso, diverso, ma pur sempre il suo corpo. Quindi non dovremmo pensare al paradiso come un luogo tutto bianco dove siamo fantasmi o un luogo tutto di nuvolette. Il paradiso avrà tutte le cose belle di questa terra ma ancora più belle! Io me lo immagino un po’ alla Gandalf: bianche sponde, verdi colline, e al di là di esse un verde paesaggio.
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Francesco Perboni