Se ti dico responsabilità cos’è la prima cosa che pensi? Alle cose noiose che devi fare. A qualcuno che ti punta il dito e ti giudica se non hai fatto tutto quello che dovevi. Ai tuoi che rompono le scatole o agli insegnanti. Associamo sempre automaticamente il principio di responsabilità a qualcosa di barboso, ad una sorta di imposizione forzata, ad una qualche autorità che ci spinge a fare quello che non vorremmo fare. La responsabilità invece è tutt’altro. La responsabilità è come uno zaino che, una volta indossato, è capace di trasformare la mia vita in un’avventura. Senza una missione da compiere non c’è niente di importante da fare, senza una méta non c’è un viaggio. C’è qualcosa di bello da realizzare nel mondo, e devi realizzarlo tu! Nessuno potrà fare il bene che tu avresti fatto nel modo in cui lo avresti fatto. Se tu non farai quel bene mancherà il tuo pezzo al grande mosaico. Prendi in spalla il carico della tua responsabilità e parti per il viaggio avventuroso della tua vita. Chissà quale avventura di bene potrai realizzare? 

La cultura in cui viviamo immersi, la cultura del relativismo, dell’indifferenza, del “vivi e lascia vivere”, del “divertiti finché puoi” porta tutti noi, in particolare i giovani, a cercare di evadere dalle responsabilità, perché sono noiose, e di godere appieno della vita con tutti i suoi piaceri. Ma c’è un altro lato della medaglia. L’altro lato della medaglia di una vita dedita alla ricerca dei piaceri e delle distrazioni è che gradualmente tutto annoia. Le cose che mi avevano divertito fino a un secondo fa non mi piacciono più, e per divertirmi ancora devo trovarne di nuove. In questa ricerca di felicità nelle distrazioni si viene costantemente inseguiti da uno spettro, da un’ombra, che non è solo il senso di colpa per non aver fatto ciò che si doveva fare, il ricordo del genitore che punta il dito per così dire. Quest’ombra è il sussurro di un pensiero che ti suggerisce che in fondo niente ha senso, niente ha valore, niente ha significato. Se ho tante relazioni a caso mi suggerirà che non esiste in fondo l’amore vero. Se non studio mai mi suggerirà che in fondo la scuola non serve a niente. Se mi comporto male con gli amici, mi dirà che l’amicizia è sempre basata sull’interesse. Quanto più viviamo con questo sussurro in mente, tanto più le cose perdono gradualmente il colore e il sapore, e tutto diventa grigio e insipido, la vita si svuota, lo stesso piacere si svuota. Ecco che un po’ alla volta ci troviamo in questa situazione: per inseguire il piacere, niente ci dà più piacere, perché niente ha più valore. 

L’altro lato della medaglia della responsabilità qual è invece? La responsabilità è un sentiero in salita ma pone una méta, ci fa intravedere uno scopo. C’è un compito che devi svolgere nella tua vita e nessuno potrà farlo al posto tuo. Credere questo è difficile per due motivi: il primo è che richiede sacrificio. Non posso seguire sempre il mio desiderio, il mio capriccio. Devo sacrificare i desideri del mio ego presente in vista di chi posso diventare in futuro. Ho una visione da realizzare. Questo vale in ogni ambito della vita, nello sport ad esempio, nelle relazioni, nelle amicizie, nella scuola. Il secondo motivo è che sei esposto al fallimento. Se c’è qualcosa che devi compiere, potresti fallire. È più facile vivere pensando che non c’è niente di cui sei responsabile, perché non puoi fallire; sei sempre giustificato e assolto in ogni azione che decidi di fare, tanto non c’è niente “da fare” davvero. Eppure è molto più bello vivere sapendo che è vero, puoi fallire, ma puoi anche farcela; e quando metti i tuoi passi sul sentiero della responsabilità, quando vedrai che stai avanzando verso la méta, e sentirai che stai compiendo qualcosa di buono nella tua vita, ecco che arriverà la soddisfazione, la gioia e l’entusiasmo. La vita prenderà colore, significato e tutto avrà un sapore migliore. Anche le piccole cose diventano divertenti e belle. Perciò coraggio, lascia perdere l’idea infantile della responsabilità come dito puntato, e comincia a capire che sei tu responsabile, sei tu l’eroe; comincerà l’avventura della tua vita. 

Facci sapere che cosa ne pensi anche tu! Se hai qualche domanda o riflessione sei libero di condividerle con noi. 

Francesco Perboni